■" f wm mv* ^^P^^f^m^ m, ' "'■'■^" l "i wiiwniliiiW tutto Scienze e tecnologìa CICLOLONGA PER LA RICERCA Parte il 17 giugno da Torino la «Ciclolonga della solidarietà», una manifestazione cicloturistica a scopo benefico che si concluderà il 27 giugno nel Foggiano, a Monte Sant'Angelo (foto). Il progetto punta a sostenere la ricerca scientifica su leucemie, linfomi e mielomi, e ad aiutare i pazienti affetti da Ipercolesterolemia familiare. L'iniziativa è dell'Associazione Dopolavoro Ferroviario di Torino in accordo con associazioni che si occupano di ricerca ematologica e ipercolesterolemia. Sito Internet: www.anif.it Per altre informazioni: 011 -6613.593. LA STAMPA NUMERO 1131. MERCOLEDÌ 9 GIUGNO 2004 » http://www.iastampa.lt * e-mail: tuttosclenze@lastampa.lt EGLI ultimi anni l'intelligenza artificiale e le tecnologie multimediali si sono messe al servizio dei beni culturali. Il museo è il luogo ideale di sperimentazione perché prevede l'integrazione tra diversi elementi: la struttura-contenitore, le opere-contenuto e un percorso logico di finizione, con lo scopo di sollecitare nel visitatore un'esperienza il più possibile interessante e coinvolgente. Un ruolo importante gioca la scelta dell' apparato comunicativo, che non deve risultare invasivo, perché da comunicazione è intrinseca all'opera d'arte; quest'ultima si realizza, infatti, solo quando l'atto comunicativo viene completato, e cioè raggiunge con successo i suoi destinatari» (Francesco Antinucci, «Comunicare nelmuseo», Laterza, 180 pagine, con DVD video, 24 euro). A sua volta ogni fruitore è portatore di un proprio mondo che dialoga con l'opera stessa, quasi come nell'incontro tra due jersone. Occorre dunque una tecnoogia che punti allo sviluppo umano, lontana dai modelli spersonalizzanti del videogioco. Interattività è la parola chiave che anima la nuova multimedialità tesa a rendere più efficace il messaggio che si intende comunicare. Sotto il forte impulso di questo indirizzo di ricerca, i musei | stanno uscendo dalla concezione di stanze delle meravighe, per avviarsi a diventare il luogo della scoperta e dell' apprendimento. Guardiamo da vicino alcune applicazioni, Il progetto triennale PEACH (Personal Experience 1 with Active Cultural Heritage), coordinato da Oliviero Stock, già presidente dell'Associazione italiana per l'Intelligenza Artificiale e attualmente senior féllow del Centro per la Ricerca Scientifica e Tecnologica di Trento (ITC-irst), si sviluppa secondo delle linee guida che riguardano l'aspetto personalizzato della visita, narrativo (ogni oggetto, anche u più piccolo particolare, ha una storia da raccontare), e l'interazione diretta, amichevole, con il visitatore, con l'obiettivq di legare la funzione culturale all'educational entertainment. Le sperimentazioni sono in corso al Castello del Buonconsiglio di J Trento e a Saarbriicken, presso ' il Vòlkinger Hùtte, museo sulT industria metallurgica sponsorizzato dallUnesco. Seguiamo dapprima il percorso classico di un visitatore che si reca al Castello del Buonconsiglio per ammirare gh affreschi del Ciclo dei | MesidiToircAquila.All'in- I gresso riceve una cuffia con registratore. Ascoi- M tendo la cassetta, nel tempo e nel modo prestabilito, riesce difficile soffermarsi sugli affreschi liccm diparticolari, tipici del Gotico intemazionale. Il tour sperimentale inizia con una visita 3D immersiva su grande schermo, comandata a voce. Al momento della visita vera e propria l'utente sceglie un personaggio animato che viene caricato sulcomputer palmare in dotazione (in wireless). Il sistema interpreta il suo comportamento, per esempio quanto tempo sosta davanti a ciascun affresco (la stanza . è equipaggiata con sensori infrarossi) e genera dei documentaripersonalizzatì, con narrazione coerente al contesto e al gradimento, in modo da creare un coinvolgimento emotivo. Una webcam sul palmare permette di inquadrare i particolari che, riconosciuti dal dispositivo mediante tecniche di visione artificiale, possono diventare oggetto di una presentazione multimediale. All'usata il visitatore riceve una sintesi scritta su quello che ha visto e gradito, con suggerimenti per approfondimenti. Nel 1988 Stock creò «Alfresco», un prototipo di assistente personale sull'arte italiana del Trecento che, interagendo con la persona, si costruiva un modello dei suoi interessi e in base a dò forniva informazioni. Adesso in PEACH confluiscono tecni- MUSEI arriva ciceRobot MUSEALE: TRA VISITATORE A Ttento, a! Castello del Buon Consiglio, che ospita affreschi in Gotico ìriterriazionaie, si sperimentano le nuove tecnologie ms«eaii personalizzate, basate sulla virtualità in 3D, sull'immersivita e sistemi wireless (senza fili). SI INTERPONE UNA TECNOLOGIA CHE PERSONALIZZA IL PERCORSO CULTURALE. A TRENTO UNA FRONTIERA DI QUESTE RICERCHE che di intelligenza artificiale e microsistemi, mentre ulteriori studi sono in corso sull'analisi del gesto e del parlato. Al progetto, finanziato dalla Provincia di Trento, partecipano 25 ricercatori tra ITTC-irst e l'Istituto tedesco per la ricerca in Intelligenza Artificiale. Visite particolari offrono i robot museali, che possono fungere da divulgatori dinfonnazioni e intrattenitori, oltre che da accompagnatori. Il pioniere in questo campo è stato «Ehino», realizzato nel 1987 dalTUniversità di Bonn, sulla piattafonna B2Ir della RWI. Gemello di Rhino, ma dotato di 'buon senso", «CiceRobot» (alias Cicerone) il prototipo di accompagnatore sviluppato dalla Facoltà cu Ingegneria Informatica dell' Università m Palermo, si muove nell'ambiente non in modo reattivo ma pianifica il movimento combinando la tecnologia Cyc ideata da Douglas Lenat e simulazione SD (Progetto PDL Cyborg). Il robot consente una visita personalizzata, in base al profilo dell'utente che si imposta all'ingresso. Un computer palmare (in wireless) permette all' utente di ottenere informazioni specifiche dal server o di chiedere al robot di seguirlo. Il ricevitore di segnali GPS sul palmare localizza la posizione del visitatore in spazi aperti, come pai-chi archeologici, o con ampie vetrate, rilevata dal sistema satellitare (presto questa tecnologia sarà trasferita su telefonino), mentre l'integrazione tra il robot e il palmare è realizzata con sistemi ad agenti mobìli su piattafonna Jade-Leap fornita da TI-Lab (Telecom Italia Lab) di Torino, Un'altra linea di ricerca segue Flavia Sparacino, ingegnere progettista che al Media Lab del MIT (Massachusetts Institute of Technology), ha sviluppato delle tecnologie legate all'analisi dei movimenti nello spazio. Adesso dirige il gruppo Sensing Places operante tra l'Italia e gh Stati Uniti. L'idea di base è creare spazi narrativi interattivi che diventino spazi scenici (della messa in scena), trasformando il museo in un living theatre. Così un visitatore può selezionare gh argomenti preferiti (che verranno visualizzati con iminagini e filmati su un grande schermo) spostandosi sulle rispettive icone disposte su un tappeto di luce proiettato sul pavimento. 0 muovendo un oggetto, come fosse un mouse, su un tavolo interattivo. Wearable Museum (Museo Indossabile) utilizza invece la tecnologia dei computer indossabili: in questo caso, occhiah-guida che integrano dò che si sta guardando fornendo immagini supplementari, su una sola lente (mentre l'altro occhio osserva normalmente) con un effetto "pieture in picture", molto coinvolgente. Flavia Sparacino parla di "realtà aumentata". Gh occhiali sanno se d troviamo davanti ad un quadro di Pollock o di Warhol perché il dispositivo comunica con 'ambiente attraverso dd sensori all'infrarosso. Que¬ ste installazioni e gh occhiali hanno animato la mostra "La scena di Pucdni", organizzata di recente dalla Fondazione Ragghienti di Lucca e prossimamente verranno utilizzati al Museo dell'Antica Olympia in Grecia. Ma come d progetta un'esposidone multimediale? «Tutto parte dall' analisi delle necessità espodtive spiega la Sparacino - quando poi a tratta di realizzare nuovi musa, allora l'esperto multimediale lavora fianco a fianco con l'architetto per adattare la struttura dell'edifido alle installazioni che saranno ospitate all'interno». In questo momento il museo è un laboratorio con la prospettiva di esportare tecnologie d'avanguardia verso l'esterno, in particolare verso lo spazio urbano, dove oltre alle opere d'arte già note, esistono altre che solo nuove forme di comunicazione possono rendere labili, riservando sorprese, incanti, suggestioni. La città parla e comunica dai suoi muri, dalle superfid di porte, vetrine, balconi e con tutto quello che la anima. Il gruppo Sensing Places sta studiando altre soluzioni La vetrina di un negodo può diventare interattiva entrando in rapporto con chi la osserva. Andre il movimento dd passanti sul marciapiede (come se d spostassero sul tappeto di luce), proiettato su grandi schenni, può rivelare geometrie insospettate. In fondo non d vuole un pdo di occhiali, ma uno sguardo nuovo per accorgerà che ogni città è un museo all'aperto. CURA IL MIELOMA Talidomide è l'ora del riscatto Renzo Pellati UTTI ricordano la talidomide, una molecola contro l'insonnia e il vomito in gravidanza commercializzata nel 1956 in 46 paesi, divenuta tristemente famosa a causa della sua tossicità sul feto. Circa 12 mila hamhini furono colpiti da gravissime malformazioni (focomelie) e nel 1962 fu ritirata dal commercio. Le ricerche però non si fermarono. Un dermatologo israeliano segnalò, alla fine degh Anni 60, l'efficacia della tahdomide dell'eritema nodoso lepromatoso (una grave manifestazione infiammatoria associata alla lebbra): per questa indicazione ottenne la registrazione negh Stati Uniti. Negh Anni 90 la storia della molecola si è arricchita con la scoperta delle sue proprietà di immunomodulatore e di inibitore della neoapgiogenesi (formazione di nuovi vasi promossa dai tumori che in questo modo riescono ad approvvigionarsi delle sostanze indispensabili alla loro crescita). Ulteriori ricerche svolte in Australia hanno segnalato l'impiego (e ottenuto la registrazione) della molecola nella terapia del mieloma multiplo refrattario, un tumore del midollo osseo caratterizzato dalla crescita incontrollata di linfociti B. In questa patologia vengono prodotte quantità e evate di un'immunoglobulina denominata «componente monoclonale» facilmente dimostrabile nel sangue e nelle urine attraverso l'elettroforesi. Le manifestazioni tipiche sono: dolore osseo a livello soprattutto della colonna vertebrale e del bacino, sonnolenza e sensazione di stanchezza, insufficienza renale, maggiore suscettibilità alle infezioni. SuUe possibilità di impiego nel mieloma si è verificato un interesse mondiale, tenuto conto che si tratta di una malattia in aumento e di diffìcile risoluzione, dalle cause sconosciute. La predisposizione genetica gioca un ruolo determinante. Ogni anno vengono colpite 3 persone su 100.000, soprattutto neUa fascia d'età compresa tra 60 e 70 anni, con lieve preponderanza del sesso maschile. Negh ultimi quattro armi le pubblicazioni su questo tema sono aumentate del 30^0, a fronte di un incremento medio del 2-50Zo per altri tumori ematologici. Finora in Europa sono stati trattati 10 mila casi con buone percentuali di successo. In Italia è in atto un trial multicentrico coordinato dal Centro di Ematologia deU'Università di Torino diretto da Mario Boccadoro. La somministrazione di tahdomide impone particolari misure di sicurezza e viene effettuata solo nei reparti ospedalieri specializzati. Infatti viene proposta secondo U programma «Risk Management Pharmion» appositamente studiato che prevede per le dorme in età fertUe l'adozione obbligatoria di un doppio metodo contraccettivo, test di gravidanza ripetuti, e per gli uomini l'utilizzo del profilattico (durante il trattamento e neUe 4 settimane successive alla sua sospensione). Questo impegno è finalizzato non solo a tutelare il paziente, ma anche a contrastare U fenomeno della contraffadone e della reperibilità via Internet nei Paesi dove è prescrivibUe con scarsa qualità del principio attivo e deUe procedure di conservadone, somministrazione in associadone con altre terapie, gestione degh effetti collaterali. La storia deUa tahdomide è tra le più interessanti della farmacologia, innanzitutto perché ha creato la base culturale della segnalazione di eventi inattesi, segnando cosi la nascita deUa fannacovigilanza; e poi perché ha insegnato che un farmaco, oltre a readoni avverse, può anche rivelare effetti favorevoli del tutto insospettati, al punto di trovare nuove indicazioni cliniche.